Chi portò il cacao in Europa?

Fu il conquistatore spagnolo Hernán Cortés nel 1528 a portare i primi semi di cacao in Europa, al re di Spagna a cui fece scoprire la cioccolata in tazza. Non era certo quella che conosciamo noi: era spumosa e soprattutto fredda, ottenuta con fave di cacao e chicchi di mais tostato, acqua e spezie, fra cui chilli e vaniglia.

Questa bevanda al cacao non si diffuse subito nel vecchio continente. Innanzitutto fu necessario adattarla ai gusti europei. Ci vollero tempo e innumerevoli prove in cucina. La cioccolata liquida divenne calda, eliminò il chilli, mantenne spesso la vaniglia e aggiunse noce moscata, cannella e, soprattutto, zucchero. Proprio in questo modo era bevuta alla corte spagnola e nei salotti degli aristocratici. Era una ricetta speciale, tenuta in gran segreto. Il latte sarebbe stato aggiunto solo nel Settecento dagli inglesi.

A rendere più lenta la diffusione della bevanda contribuì anche la rarità dei semi di cacao e quindi il loro costo. Servivano perciò più teobromi, vale a dire piante di cacao. Ci pensò Hernán Cortés, affascinato dal fatto che i semi di cacao fossero usati dagli Indios come moneta e ancor più che questi soldi crescessero letteralmente sugli alberi. Fece così piantare teobromi in quantità in tutte le isole conquistate: a Trinand e Haiti e in Africa, nell’isola di Fernando Póo, attuale Guinea Equatoriale.

Fra la seconda metà del Seicento e l’inizio del Settecento il cacao aveva sedotto l’Europa. Il tempo, i matrimoni fra regnanti, gli scambi fra commercianti e le conquiste colonialiste in paesi con il giusto clima per coltivarne le piante portarono poco a poco il cacao anche in Italia, allora dominio spagnolo, in Francia, quando nel 1615 Anna, figlia di Filippo II di Spagna sposò Luigi XIII, in Gran Bretagna, dove divenne popolare alla corte di re Carlo II a metà del Seicento, e così via.

Nel Settecento c’erano piantagioni di cacao nelle Indie Occidentali, in Asia e Africa. Appartenevano a Spagna e Italia, Francia, Gran Bretagna e Olanda. Anche i borghesi scoprirono la cioccolata in tazza. A Londra nacquero le prime “case della cioccolata” dove si poteva bere con gli amici la bevanda al cacao e comprare una sorta di panetto per prepararsela a piacimento. Una di queste, la White’s Chocolate House, fondata in città nel 1693 dall’immigrato italiano Francesco Bianco, conosciuto come Francis White, è ancora esistente. Ora si chiama White's ed è un famoso gentlemen’s club in St. James Street 37.

Nel corso del Settecento il cacao era così popolare da essere studiato anche dai farmacisti che lo ritennero importante per la salute. Stabilirono che la cioccolata calda allungasse la vita, curasse ulcere, herpes e tigna e che il burro di cacao fosse utile per i trattamenti della pelle e per la gotta.

E tutt’oggi sappiamo che il cioccolato fa moltissimo! A me piace vedere come agisce sin dal primo sguardo, quando i deliziosi disegni delle praline Baruzzo affascinano i clienti e l’odore avvolgente solletica il palato, che già pregusta la loro bontà. E poi l’assaggio e un sorriso di felicità. C’è anche chi chiude gli occhi per assaporare meglio, per vivere fino in fondo ogni sensazione. Che soddisfazione quando posso vedere tutto ciò! E per te quali sono le qualità del cioccolato?

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